LA TERZA STAGIONE DISPONIBILE SU NETFLIX
di Valerio Brandi
Dallo scorso 5 marzo la terza stagione di Castelvania, serie televisiva animata basata sul videogioco “Castlevania III: Dracula’s Curse della Konami”, è disponibile su Netflix, un prodotto da vedere e rivedere durante questa quarantena. Se non avete ancora cominciato la serie, potete sempre recuperare le prime due stagioni sulla piattaforma, che andiamo a riassumere prima di commentare degnamente l’ultima.
Naturalmente, da questo momento in poi, ogni dettaglio potrà essere SPOILER per chi ancora non si è cimentato nella sua visione, che è sconsigliata ai minori di 14 anni.
Il celebre franchise di videogiochi ha dunque preso vita sul piccolo schermo dopo che l’idea di trasporla su quello grande era fallita anni fa sul nascere. A riuscirci è stato Warren Ellis, grande fumettista di Marvel e DC Comics, aiutato dalla sapiente regia di Sam Deats. Fin dalle primissime inquadrature della prima stagione la storia dimostra di saper rendere giustizia alla parte horror-fantasy della figura del Conte Dracula, e del mondo vampiresco in generale: un universo negli ultimi anni distrutto di tutta la sua poesia da serie cinematografiche come Twilight. L’ingresso di Lisa di Lupo nel castello di Dracula ci riporta subito ai più grandi capolavori del cinema su quest’ultimo, come quelli interpretati da Bela Lugosi, o Gary Oldman.
Dopo il prologo inquietante, si passa subito al dramma. 20 Anni dopo questo incontro, quella donna viene bruciata viva sul rogo, colpevole soltanto di essere la moglie di Dracula, e non di essere una strega come la Chiesa Cattolica locale vuole far credere al popolo. Vlad dichiara subito la sua vendetta, dopo un anno dall’accaduto richiama il suo esercito infernale, che comincia ad uccidere non solo i responsabili di quell’esecuzione, ma qualunque essere umano che trovano sul cammino. La serie dunque diventa ancor più interessante perché fa riflettere, indagare sulla nostra natura umana, discorsi a mio parere più che legittimi visto che stiamo parlando di cose razionalmente impossibili da verificarsi. In poche parole, da che parte stare?
Difficile non provare empatia nei confronti di Dracula, complicato non desiderare che la sua vendetta vada a buon fine, e soprattutto, arduo non essere d’accordo col suo nichilismo, perché quante volte arriviamo a dire, nei confronti della nostra stessa razza umana, meritiamo l’estinzione? I crimini dell’inquisizione, della caccia alle streghe poi, sono una macchia incancellabile del Cristianesimo, e perciò chi (in questo contesto puramente fantastico e irrazionale, ricordiamo) ha provato soddisfazione nel veder trucidati quei fanatici religiosi, forse non ha tutti i torti nel farlo.
Ma al tempo stesso, quello che vuole Dracula è uno sterminio totale della razza umana, anche degli innocenti, e quindi ecco che entra in gioco Belmont. Ultimo erede di una casata famosa in tutta Europa per essere cacciatrice di mostri, ma ormai schiavo solo del suo nome… perché, scomunicata e caduta in rovina, della famiglia dei Belmont rimangono solo dei ruderi, e il corpo ancora caldo di Trevor. Un ubriacone che torna ad essere un minimo sobrio di fronte a queste armate della notte, soprattutto nella città di Greshit. Quest’ultima subisce ogni notte massacri da parte di quei mostri, e il popolo, spinto dalle parole dello stesso vescovo che condannò la moglie di Dracula, accusa i Parlatori, un popolo nomade dispensatore di conoscenza e aiuto alla gente comune, di tutto questo. Nonostante l’apatia e il nichilismo nei confronti della vita, Trevor trova la forza di opporsi a questa ingiustizia, e una volta fermati i seguaci del vescovo, e le creature demoniache, insieme alla giovane e bella Parlatrice-Maga, Sypha, trova la tomba del leggendario guerriero Alucard, che dopo una breve lotta alla pari si rivela essere niente di meno che il figlio di Dracula. Un vampiro mezzosangue, capace di stare alla luce del sole senza però perdere i poteri del padre, che si era opposto proprio a quest’ultimo sulla decisione di scatenare l’Inferno in Terra. Ormai sveglio e del tutto sano, è pronto ad aiutare i suoi nuovi amici a finire questa guerra.
La seconda stagione raddoppia, non solo nel numero di episodi, ma anche di qualità. I disegni appaiono ancor più belli, e vengono fuori anche molti nuovi personaggi interessanti. Dracula, venuto a sapere della sconfitta di Greshit, ha capito che, per annientare il genere umano, ci vuole qualcosa di più delle creature della notte. Così convoca al suo castello i più grandi vampiri della Terra, tra cui si riconoscono facilmente non solo un guerriero vichingo, ma anche uno arabo e una giapponese. Muscoli… e cervello. Nel consiglio di guerra di Dracula ci sono anche due umani, alleatisi con lui non soltanto perché condividono il suo nichilismo, ma anche perché sono dei Mastri Fabbri, capaci di creare creature demoniache con l’utilizzo di cadaveri. Hector e Isaac sono però tanto simili quanto diversi tra loro, ed è per questo che il piano di genocidio di Dracula comincia a vacillare. C’è chi vorrebbe invece della “soluzione finale”, uno sterminio controllato, perché appunto, senza più umani sulla Terra, di cosa si ciberebbero i vampiri?
La carne ed il sangue animale per loro non è sufficiente. Dracula questo però sembra non capirlo, così si comincia a pensare che sia semplicemente il piano di un suicida. Ancora devastato dalla morte di sua moglie, il suo desiderio sembra portarlo verso questa direzione: vendicarsi dell’umanità, e poi raggiungere l’aldilà per stare di nuovo con lei. Intenzioni colte anche da Alucard, che giunge al castello insieme ai suoi amici. La lotta con il padre è quasi alla pari, ma viene vinta dal figlio quando Dracula cede, perché quel ragazzo è e sarà sempre il frutto del suo amore con Lisa. E anche se a malincuore, Alucard è costretto ad uccidere il padre, sperando di porre fine al massacro. Speranza vana…
Isaac, rimasto fedele fino all’ultimo al piano del suo signore, viene esiliato proprio da Dracula in un deserto, per non essere ucciso da Belmont e i suoi. Hector invece, propenso alla schiavitù del genere umano, viene prima convinto e poi rapito dalla vampira Carmilla, che intende dunque continuare la guerra, ma a modo suo. Il genere umano ha visto morire il suo principale nemico, ma la salvezza è dunque ancora lontana…
Comincia dunque la terza stagione (ripetiamo l’avvertenza spoiler), che ci regala non solo due episodi rispetto alla precedenza, ma una ancora migliore qualità grafica. Di fronte a questi disegni, in particolare il paesaggio notturno che Lenore mostra a Hector, ci fanno ancor più rimpiangere il fatto che la maggior parte dell’animazione di oggi si basa sulla CGI, mentre quella tradizionale, con le tecniche di oggi, sa essere ancor più maestosa e poetica.
Castelvania diventa una storia horror itinerante, dato che non si basa più sulla sola Transilvania, ma vediamo anche da vicino l’Africa con Tunisi, l’Italia con Genova, nonché il Giappone antico, e perfino l’Australia. Non ci sono notizie certe su una quarta stagione, ma il desiderio dei creatori è palese col passare delle puntate. Si sono aperte nuove storyline, che sembrano tutte dirigersi verso lo stesso punto, il castello di Dracula. Ormai abitato in solitudine da Alucard, con Trevor e Sypha in giro per la Valacchia a salvare vite innocenti dalle creature della notte, la guerra contro il genere umano va avanti su diversi fronti.
Isaac da quel deserto nordafricano cerca di tornare nell’Europa dell’est, accompagnato dal suo esercito di mostri, creato da lui. Hector è finito schiavo di una famiglia di vampire, decise a trasformare l’umanità in un pascolo personale. E Dracula? Lo ritroviamo all’Inferno, insieme a Lisa.
Una scena abbastanza inaspettata, soprattutto per quest’ultima, che non dovrebbe essere lì. Secondo dunque questa versione del soprannaturale, non esiste alcun Paradiso, ma un solo aldilà, dove vanno tutti, buoni e cattivi? O Lisa, per amore del suo Dracula, lo ha raggiunto in qualche modo lì di sua spontanea volontà? E soprattutto, quest’ultimo riuscirà a tornare sulla Terra, complicando ancor di più la situazione?
Speriamo dunque che gli ascolti Netflix siano sufficienti affinché la quarta stagione diventi realtà, e che non ci voglia troppo tempo per la sua realizzazione… i vampiri non invecchiano, noi comuni mortali invece sì!
Dopo questo lungo papiro di riassunto e analisi sull’opera fin qui realizzata, una, si spera, degna chiusura dedicata al nostro doppiaggio. Realizzato e sonorizzato presso gli studi Milanesi di NEXUS TV – Cologno Monzese, ha dunque al suo interno alcune delle migliori voci di alcuni anime che hanno fatto da noi la storia, grazie a Mediaset e alla Merak Film.
Per quel che riguarda la terza stagione, confermato Francesco Orlando, voce storica di Takagi in Detective Conan, sul protagonista Trevor Belmont, così come Sypha Belnades è ancora Chiara Francese (che aveva sostituito Paola Della Pasqua dopo la prima stagione). Tutte e tre le stagioni anche per Valerio Amoruso per Alucard, conferme anche per i due Maestri Fabbri, ossia Lorenzo Scattorin e Mattia Bressan, mentre alla vampiressa Cinzia Massironi, Carmilla, si aggiunge un trio di doppiatrici fenomenali, ossia Martina Tamburello (Lenore), Cristiana Rossi (Morana) e Stefania Patruno (Striga).
Così come Pietro Ubaldi nella prima stagione aveva interpretato due ruoli (avventore alla taverna e demone parlante), torna un’altra voce sempreverde come quella di Riccardo Rovatti, nel ruolo del giudice della cittadina dove Trevor e Sypha scoprono una nuova e terribile oscurità.
Saranno aiutati in questo dallo sconosciuto ed eccentrico Saint Germain, doppiato da un signor attore come Claudio Ridolfo, mentre il loro principale antagonista, il priore Sala, ha la voce del direttore di doppiaggio Luca Sandri, a cui vanno i nostri più sinceri complimenti per un lavoro veramente straordinario, con i giusti toni epici e gotici, e senza alcuna sbavatura nella sincronizzazione labiale.
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