TERAPIE E CURE PER RIDURRE GLI INESTETISMI DELLA CELLULITE . . .
DOTT. GIANLUCA FATUZZO
Medico Chirurgo
formato in Medicina Estetica
e Medicina Ayurvedica
Viale della Marina 9 – Ostia
Tel. 3203254426
gianlucafatuzzo@gmail.com
Il termine “Cellulite” fu introdotto nel 1922 da due medici francesi e nel 1982 medici italiani chiarirono gli aspetti fondamentali di questa entità clinica in cui dobbiamo distinguere ADIPOSITA’ DISTRETTUALE e CELLULITE (PEFS: Pannicolopatia-edemato-fibro-sclerotica). Queste due condizioni sono diverse per manifestazioni cliniche, evoluzione e origine, per cui il trattamento preventivo e correttivo-terapeutico è diverso nei due casi.
Adiposità distrettuale consiste in un aumento volumetrico di tessuto adiposo, in aree del corpo femminile dove è già presente nelle regioni trocanterica e dei fianchi; sono un carattere sessuale secondario, la cui morfologia è modulata dall’azione degli estrogeni.
La Cellulite (PEFS) riconosce come elemento predisponente un rallentamento del flusso a carico dei microvasi del tessuto connettivo sottocutaneo, che provoca un’alterazione dei rapporti tra vasi e tessuti, predisponendo gli arti inferiori alla stasi venosa e alla difficoltà del ritorno venoso, tutto questo può essere aggravato da fattori favorenti quali: alterazioni posturali, stipsi, aumento di peso, gravidanza, pillola, sedentarietà, abuso di sale e alcool, fumo, abbigliamento eccessivamente aderente.
L’elemento scatenante è rappresentato dall’edema, che infarcisce il tessuto connettivo e si insinua tra gli adipociti (cellule del tessuto adiposo), come conseguenza dell’aumento della permeabilità dei capillari, che lasciano fuoriuscire il liquido che provoca una risposta da parte dell’organismo con formazione di nuove fibrille, che intrappolano le cellule adipose e producono dei micronoduli, che evolveranno in macronoduli.
Molte pazienti presentano una forma mista, per cui un eccesso di adiposità localizzata, che comprime i tessuti circostanti, causa l’alterazione microcircolatoria a livello degli arti inferiori.
Nella diagnosi l’adiposità è asintomatica, mentre la Cellulite provoca i seguenti sintomi e segni: negli stadi avanzati retrazioni cutanee a cratere, con fondo irregolare (pelle a buccia d’arancia), inoltre la pelle diventa più sottile e scabrosa, alla palpazione si apprezzano macronoduli e si provoca dolore.
L’esame ecografico permette di distinguere Adiposità Distrettuale dalla Cellulite e seguirla nei suoi stadi evolutivi.
Ovviamente la terapia cambia a seconda della patologia che abbiamo di fronte: per Adiposità Distrettuale abbiamo a disposizione sia la terapia chirurgica, che la terapia medica.
TERAPIA CHIRURGICA
La Lipoaspirazione consiste nella vera e propria aspirazione degli eccessi adiposi, attraverso cannule e una pompa aspirante.
TERAPIA MEDICA
Mesoterapia con farmaci lipolitici, con inoculazione nel derma di sostanze ad effetto lipolitico.
Intralipoterapia con somministrazione di farmaci all’interno del tessuto adiposo, per provocare un processo di apoptosi degli adipociti e ridurre il volume del tessuto adiposo stesso.
Idrolipoclasia con ultrasuoni per effetto di cavitazione e termico sul tessuto adiposo.
Inoculazione di ossigeno medicale, che attacca direttamente le membrane degli adipociti.
Criolipolisi: Applicazione del freddo nelle aree di adiposità, che congela letteralmente le cellule adipose e le fa riassorbire lentamente dall’organismo.
Per la Cellulite abbiamo a disposizione solo la terapia medica e di supporto, poiché come abbiamo visto, si tratta di un problema circolatorio.
Mesoterapia con farmaci vasoattivi, che aiutano i capillari, producendo una ristrutturazione della loro parete.
Inoculazione di anidride carbonica o carbossiterapia, che migliora in maniera determinante la microcircolazione degli arti inferiori, ma può essere applicata in tutto il corpo.
TERAPIE DI SUPPORTO
Corretta alimentazione, rieducazione posturale, costruzione muscolare del corpo, terapie termali.
Drenaggio Linfatico Manuale (tecnica fisioterapica), che consiste nello sfioramento delle aree da trattare, per consentire alla linfa di rientrare nel sistema linfatico e ridurre così l’edema.
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