GEORADAR E CARBONIO-14 SCUOTONO L’AMBIENTE STORICO E ARCHEOLOGICO . . .
di Beatrice Crescentini
Che sia dannato Indiana Jones! Il celebre personaggio cinematografico, interpretato da Harrison Ford, è quanto di più lontano possa esserci da un archeologo. E scordatevi anche della sua controparte televisiva, la bella Sydney Fox, interpretata da Tia Carrere, della serie TV “Relic Hunter” (1999-2002)!
Volete sapere davvero come si svolge il lavoro di un archeologo? Immaginatevi un investigatore che collabora con gli agenti di C.S.I.: studia il caso sui libri (magari poter parlare con un testimone vivente!), fa le indagini sul campo, collaborando con alcuni scienziati per raccogliere le prove (temendo, o sperando, di non avere sorprese), affida ad altri scienziati le evidenze raccolte per studiarle dal punto di vista scientifico (sempre temendo, o sperando, di non avere altre sorprese); solo alla fine, se va bene, può sperare in qualche riconoscimento anche se la storia, ahimè, non fa diventare ricchi.
Due interessanti scoperte nel giro di appena due settimane
Questa volta, però, a qualcuno è andata di lusso! Alcuni ricercatori di Cambridge (UK) e di Ghent (BE) sono riusciti per la prima volta a mappare un’intera città sotterranea risalente al III sec. a.C. sotto l’antico abitato di Falerii Novi, a circa 50 km da Roma, utilizzando per la prima volta con successo il georadar in un contesto stratificato.
Più o meno contemporaneamente, alcuni archeologi austriaci hanno capito che le attuali date della storia greca antica erano in molti casi sbagliate di quasi 150 anni! Ora, che la datazione al carbonio-14 desse dei problemi, questo si sapeva già da un po’, ma che addirittura bisognasse modificare tutto per un arco di tempo così ampio, è davvero una novità: facendo un paragone con i giorni nostri, è come se gli archeologi del futuro pensassero per decenni che Mazzini, Garibaldi e Vittorio Emanuele II fossero vissuti ai giorni nostri…
GPR e C14: due grandi alleati degli archeologi moderni
Ma vediamo di capire un po’ meglio come funzionano queste due tecnologie e perché sono così importanti.
Nel caso del georadar (o GPR, acronimo per ground penetrating radar), ci troviamo davanti ad un apparecchio, spesso simile a un tagliaerba, che emette onde elettromagnetiche. Quando queste onde si infrangono contro qualcosa di diverso dal terreno (un muro, una strada o una cavità, giusto per fare alcuni esempi) tornano indietro e vengono intercettate dal radar, che elabora l’immagine 3D di ciò che è nascosto sottoterra. Fino alla scoperta dell’abitato sotto Falerii Novi, il georadar aveva dato buoni risultati esclusivamente in campo aperto, senza strutture metalliche in prossimità, e in particolari condizioni meteorologiche. Questa è la prima volta in cui il GPR viene usato con successo in un insediamento dove è molto difficile (se non impossibile) aprire un nuovo scavo.
Il carbonio -14 (C14 o radiocarbonio) è un atomo che si trova normalmente in natura e che viene assorbito da ogni essere vivente per tutta la durata della sua vita, fino al giorno della morte. Da quel momento l’organismo lo restituisce all’ambiente circostante a ritmi molto lenti, arrivando a dimezzare la quantità di C14 ancora presente dopo circa 5730 anni dal decesso. Purtroppo questo metodo di datazione, se usato da solo, può rivelarsi molto impreciso perché, fino alla scoperta dei ricercatori austriaci, non si è tenuto conto di un fattore fondamentale: il clima. Infatti più fa freddo, meno C14 si trova in circolazione; più fa caldo, più c’è C14 da poter assorbire. Ovviamente, adesso che è stata inserita anche questa variabile, gli studiosi sono pronti a riscrivere la storia del Mediterraneo!
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