COSA CI RESTERA’. . .

di questa Pandemia degli anni ’20?

di DJ Mirko Alimenti (in collaborazione con DJ Frankie Polaris)

PH: Paolo Rinaldi

Sì, questo è ormai un periodo difficile su tutti i fronti… Ne sanno qualcosa i locali che, con regole sempre più stringenti da parte dei governi per fronteggiare questa pandemia, hanno chiuso sin da subito i battenti, lasciando sicuramente un vuoto incolmabile o per meglio dire una crisi senza precedenti.

La domanda che tutti gli amanti della notte si pongono è: quale sarà il futuro degli eventi? Ma soprattutto il futuro della musica?

E lo sappiamo bene: non siamo più all’inizio degli anni Novanta, quando si discuteva al bar o nei negozi di dischi, di house contro techno, di commerciale (dance ed eurodance o eurotrance) contro underground e al massimo di drum & bass.

Oggi moltissime cose sono cambiate: sembra che niente si possa più inventare e invece, nel momento meno opportuno, ecco che nasce qualcosa che sembra sempre più accostarsi alle sonorità del mercato prettamente odierno.

Intanto da settimane Beatport ha espanso i suoi generi musicali delle sezioni Dance ed Electro Pop. La cosa rappresenta una significativa evoluzione nel comparto della musica dance. Mentre la piattaforma riconosce i grandi e internazionali dj producer, irrequieti artisti si muovono, senza soluzione di continuità dai live fermi, alle radio o alle playlist di Spotify, alla ricerca sempre di nuove sonorità.

Tante etichette discografiche assieme a DJ e produttori internazionali, abituati ad esprimersi sempre sotto un loro genere musicale ben identificato, si stanno rimettendo in gioco con nuovi spazi e generi.

Insieme alle nuove Top Charts, Beatport HYPE farà leva sui generi Dance ed Electro Pop, riservando sempre più playlist per Beatport LINK  in modo da veicolare il flusso verso lo streaming e il mix istantaneo. E si parla anche di una collaborazione continuativa con Twitch. Il portale ha anche aggiunto mesi fa due nuovi generi alla sua lista: la organic house e la downtempo, andando incontro ai gusti di coloro che amano i beat più lenti e meno legati alla cassa in quattro quarti, qualcosa che si avvicina apparentemente alle b side delle tracce appartenenti alla elettronica più indie, alla deep house e alla afro house.

Ovviamente non potevano mancare i botta e risposta tra dj e producer che commentano un periodo di transizione come questo da Tiesto, a Diplo, all’italiano Angemi, il quale afferma che sta ai DJ più giovani cercare di creare e di risollevare un genere come la EDM che, per  la chiusura di molti festival e discoteche,  sembra essere in totale decadenza.

Poi invece troviamo una nuova generazione di dj producer che sta spopolando con canzoni da 50 milioni o 100 milioni streams su Spotify, per esempio i Imanbek, Joel Corry, Jerome, Lum!x, Regard, Dynoro, Topic, A7S, che stanno cercando di risollevare e dare una credibilità ancora più ferrea per la ripartenza (si spera) nei primi live del 2021.

Cosa significa questo? Che se da una parte ci sono produttori temerari che creano da zero generi nuovi, dall’altra ci sono produttori che faticano ad uscire dal proprio standard di riferimento: non sperimentano, non creano da zero, preferendo rimanere su terreni conosciuti. Ma forse l’industria discografica ha bisogno anche di loro…

Ormai la future house e la trap sono diventate qualcosa di inflazionato e popolare, mentre la bass music, con tutti i suoi sottogeneri rompiwoofer, è rimasta una nicchia per intenditori, che si confrontano apertamente appena si parla di bass house, g house e derivati.

Sicuramente un po’ di riflessioni sotto questo punto di vista vanno fatte: per esempio su quanti, in avanzata età, si sono accorti che negli ultimi tempi la techno si è ammorbidita rispetto al passato e la house si è indurita rispetto a quella di inizio anni Duemila?

A darne conferma è un dj di fama internazionale, Paul Kalkbrenner,  il quale durante una conferenza stampa organizzata da Sony Music, disse che il periodo d’oro della techno è stato dall’87 al ‘93: “Dopo quel momento è diventata commerciale ed è morta”.

Altra domanda sulla quale riflettere è  perché molti dj techno, ma non solo, spesso inseriscono tracce old school nelle proprie scalette?

Ecco, in un periodo delicato come questo, in cui troviamo da una parte poca creatività nei generi musicali, dall’altra produttori che tendono a riadattare canzoni ai tempi d’oggi, come mai si tende sempre a riprendere un qualcosa di “Old Shool”? Forse per mancanza di originalità? Staremo a vedere…

Top Music Chart

  1. Tiësto – The Business
  2. Black Eyed Peas, Nicky Jam, Tyga – Vida Loca
  3. Meduza – Paradise ft. Dermot Kennedy
  4. BST – Dynimite
  5. Joel Corry x MNEK – Head & Heart
  6. Armin van Buuren feat. Jake Reese – Need You Now
  7. Simon Fava & Yvvan Back – Mia
  8. Icona Pop x SOFI TUKKER – Spa
  9. Tinlicker X Robert Miles – Children
  10. Lady Gaga – 911

TRACK FOR FRIENDS

Sandro Murru – Joe Bertè – Adam Clay – Back To Freedom

Mirko Alimenti Feat. Nuelle – Lovable


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