IL TETTO “VERDE”

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L’evoluzione dei giardini pensili

di Luigi Giacco

I Tetti “verdi”, o Tetti “giardino”, hanno avuto inizio con Le Corbusier, l’architetto che volle dare un po’ di verde ad un paesaggio ormai urbanizzato. Ma andiamo a vedere quali sono i punti forte di questa tecnica paesaggistica…

Questo tipo di strutture hanno ottime caratteristiche di coibentazione e insonorizzazione, oltre a rendere vivibile e lussureggiante il piano di copertura, tra gli altri benefici che apportano all’edificio troviamo:

  • mitigazione del microclima
  • risparmio energetico
  • riduzione dell’inquinamento atmosferico
  • riduzione della velocità di deflusso delle acque
  • crescita della biodiversità
  • miglior rendimento dei pannelli fotovoltaici in copertura
  • benefici economici

Può essere realizzata sia su coperture orizzontali, che inclinate, con una pendenza massima del 35% circa.

Esistono due tipologie di Tetto Verde:

  • Tetto Verde Estensivo: quando siamo in presenza di vegetazione, che richiede uno strato di terra tra 8 e 15 centimetri e interventi di manutenzione ridotta, il loro peso è generalmente inferiore a 150 kg/mq, le superfici sono accessibili solo per effettuare la manutenzione ordinaria. Questa soluzione è tipicamente usata per superfici molto ampie e non praticabili, con un verde estensivo, che ricopre coperture di interi capannoni, centri commerciali o altri edifici, su cui non è prevista la permanenza delle persone.
  • Tetto Verde Intensivo: prevede invece la messa a dimora di specie adatte a superfici accessibili e praticabili, richiede un substrato di spessore maggiore e ha costi più elevati, soggetti a manutenzioni più frequenti. Il peso può arrivare anche fino a 2.000 kg/mq, con substrato colturale maggiore di un metro.

Di contro potrebbe esserci la manutenzione, che rispetto ad un tetto ordinario richiede molta più dedizione: proprio come un normale giardino di casa esso richiede attenzioni e cure, oltre a dover garantire una corretta posa in opera dei materiali, per assicurare una corretta impermeabilizzazione e prestare attenzione a non andare ad intaccare appunto il corretto drenaggio e lo strato impermeabile.


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