Una passeggiata al confine con Austria e Slovenia
di Beatrice Crescentini
Dopo le romantiche destinazioni venete, raggiungiamo l’estremo confine nord-orientale dello Stivale: il Friuli – Venezia Giulia. A lungo contesa fra regni e popoli confinanti, questa regione ha assunto delle caratteristiche del tutto peculiari, che solo i territori di confine riescono ad avere.
Curiosi di scoprire quali sono? Seguiteci nella nostra camminata tra cinque destinazioni poco conosciute del Friuli – Venezia Giulia!
Aquileia (UD): le vestigia di un’antica capitale
Di Aquileia abbiamo letto e riletto nei libri di storia, del tempo in cui una semplice colonia romana si è andata via via ingrandendo fino a diventare una vera e propria capitale, ringraziando la sua posizione strategica, del regno longobardo. Fecero tappa qui le truppe di Cesare e di Marco Aurelio. Massimino il Trace tentò di far capitolare la città (colpevole ai suoi occhi di essere fedele alle scelte del Senato), ma la tenacia degli abitanti di Aquileia fece rivoltare ben presto le truppe contro il loro comandante, condannandolo a morte. Neanche Alarico riuscì a conquistarla e Attila vi riuscì solo per il crollo accidentale di un muro della fortificazione.
Aquileia oggi è uno dei centri storici principali del Nord Italia e le vestigia dell’antica città romana sono ancora talmente imponenti da essere valse il riconoscimento come patrimonio mondiale dell’UNESCO, nel 1998. Andando a visitare l’area archeologica, come pure la basilica patriarcale, è innegabile il senso di stupore che pervade il visitatore. Ma sapete una cosa? La gran parte della città antica ancora deve essere scoperta!
Medea (GO): Ara Pacis Mundi
Se citiamo il nome “Ara Pacis” viene subito in mente Roma e il monumento che l’imperatore Augusto (ufficialmente il Senato) dedicò nel 9 a.C. alla Pax Romana finalmente conquistata dopo un lunghissimo periodo di guerra. Pochi però sanno che quasi 2000 anni dopo, sempre in Italia, è stata eretta una seconda “Ara Pacis”, destinata stavolta a celebrare la pace nel mondo, dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale.
Si trova nella città di Medea (GO) e il suo intento è quello di celebrare simbolicamente i caduti di tutte le guerre. Pensate che all’interno dell’altare vero e proprio è racchiusa un’urna contenente la terra di tutti i sacrari militari (italiani e stranieri) presenti nel nostro Paese. Perché mai più tali orrori possano ricomparire sulla terra…
Sgonico (TS): Grotta Gigante
Da circa 10 milioni di anni si apre nel sottosuolo del Carso triestino la sala turistica sotterranea più grande al mondo: è la cosiddetta “Grotta Gigante”, che con i suoi circa 114 metri di altezza, 280 metri di lunghezza e quasi 80 metri di larghezza, rientra nel Guinness dei Primati dal 1995. Esplorata sin dal lontano 1840 e aperta al pubblico dal 1908, oggi la sala è percorsa da appassionati, sia a fini turistici, che didattici.
Oggi la grotta, il cui attuale aspetto è frutto di una frana di oltre 500.000 anni fa’, che ha unito due gallerie sovrapposte, è visitabile grazie alle guide del CAI sez. Trieste e a due percorsi diversi: uno per le famiglie (di circa 1 ora) e uno speleologico (di oltre 4 ore). Senza dubbio da visitare!
Spilimbergo (PN): Scuola Mosaicisti del Friuli
L’arte del mosaico è sicuramente molto antica: dapprima semplici ciottoli che riempivano senza particolare ordine i pavimenti e sentieri dell’antica Grecia (siamo tra l’VIII e il VI secolo a.C.), le opere musive sono diventate ben presto un’espressione artistica di grande pregio e ricercatezza. Se poi a quest’arte aggiungiamo il luogo, ovvero la vicinanza con i centri di Aquileia e Venezia, fondamentali per lo sviluppo storico del mosaico e la sua esportazione nel mondo, è facilmente capibile perché proprio qua sia nata la prestigiosa Scuola Mosaicisti del Friuli, che l’anno prossimo festeggerà i suoi primi 100 anni di attività.
Se fare gli auguri in anticipo porta male, possiamo solo dire: “Continuate così, ragazzi!”
Basovizza (TS): Dolina dei Bogomili
La “dolina” è una conca chiusa, tipica dei terreni caratterizzati da rocce calcaree, nata dalla chiusura di un bacino idrografico che, se avesse pareti e fondo impermeabile, sarebbe pieno d’acqua. Ovviamente datare una formazione di questo tipo è estremamente difficile e a Basovizza, dove è presente una dolina profonda circa sei metri, profondamente toccata dalla mano dell’uomo, è particolarmente complicato.
Cos’era in origine? Un tempio, un tribunale celtico? Un teatro? O forse una delle sedi della dottrina eretica dei Bogomili? Non si sa. Quel che è certo è che le ultime ricerche archeologiche hanno portato alla luce cocci di epoca romana e preistorica…
Curiosi di scoprire altre destinazioni in giro per l’Italia? Non resta che attendere l’uscita del prossimo numero!
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