DIABOLIK 2021

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La recensione dell’ultimo film dei Manetti Bros, che ha spopolato in tutti i botteghini

di Valerio Brandi

Il ritorno di Diabolik al cinema, 53 anni dopo il film di Mario Bava, e tre dopo il documentario di Giancarlo Soldi, è basato su una delle storie più iconiche del criminale più famoso della storia del fumetto italiano, “L’arresto di Diabolik”, dal terzo albo del fumetto nato nel 1962 dalla mente delle sorelle Giussani.

E la prima parte di questo film dei Manetti Bros è decisamente fedele ad esso, con Diabolik che, dopo essere sfuggito all’ennesimo tentativo di arresto da parte dell’ispettore Ginko, vedrà per la prima volta il suo mondo vacillare, per via di una vera femme fatale, Eva Kant.
“Lei… non ti tradirà mai… perché lei… è tutto quel che hai!” cantava Giorgio Vanni nel 2000, in occasione della prima messa in onda della serie animata dedicata a Diabolik.
Mai parole furono più appropriate per descrivere il loro rapporto, dato che anche in questo film il protagonista potrà contare sulla sua controparte femminile, per venir fuori dal momento più rischioso della sua vita da delinquente. E poi che succederà? Da quel momento la storia dell’albo n° 3 finisce, e comincia una nuova storia.
Un po’ inedita, ma anche meno imprevedibile, comunque da gustare al cinema, e successivamente in Home Video, perché questo Diabolik dei Manetti Bros è una lavorazione davvero degna di nota, per tanti punti di vista.


Non solo per la fedeltà al fumetto, come accennato sopra, ma anche perché è un film che può essere gustato anche da coloro che si approcciano per la prima volta a questi personaggi, perché soprattutto nella prima parte è un noir davvero ben realizzato, ricco di tensione, condito da una colonna sonora (curata da Pivio, Aldo De Scalzi e anche da Manuel Agnelli), capace di farti trattenere più di una volta il respiro, e provare preoccupazione per la sorte dei personaggi, in particolare quello di Elisabeth, interpretato da una bravissima Serena Rossi.
Miriam Leone nei panni di Eva Kant ricorda alla perfezione il personaggio originale, e lo stesso si può dire di Luca Marinelli nei panni di Diabolik, mentre Valerio Mastandrea ci propone una versione un po’ diversa dell’ispettore Ginko, meno testardo ed implacabile rispetto ai fumetti, ma comunque convincente per via delle sue straordinarie doti attoriali.
Un altro protagonista, o meglio antagonista, dell’albo numero 3 prende vita grazie ad Alessandro Roja, davvero bravo nell’interpretare un cattivo in una storia il cui avversario è pure lui un criminale, e neppure troppo tranquillo.
Completano il cast una serie di piccoli ruoli, ma anche camei, che sono degni da essere ricordati.
Come Claudia Gerini nei panni della signora Morel, l’attore e doppiatore Massimo Triggiani nel ruolo di un maldestro avvocato d’ufficio, Roberto Citran come rigido direttore dell’albergo dove avviene il principale incontro tra i due amanti, senza dimenticare Mario Gomboli, fumettista e storico editore della testata, che disegna Diabolik proprio in occasione del suo processo.

Un ottimo inizio per una già programmata trilogia sul personaggio, che si spera possa rilanciare non solo il fumetto italiano al cinema, ma anche in edicola.

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