Siamo davvero in salute?
prof. Raffaele Landolfi
Key Points
- Uno stato di perfetto benessere psicofisico è molto raro e spesso transitorio
- Per ognuno può essere individuato il migliore stato di salute possibile
- La guida e l’aiuto dei medici non sono meno importanti dell’impegno individuale
La condizione di salute è stata definita, sino a non molti anni fa, come “uno stato di completo benessere fisico, mentale, psicologico, emotivo e sociale”.
È però chiaro che questa definizione indica “uno stato di grazia” irraggiungibile per la maggior parte delle persone. Sembra quindi più utile seguire la raccomandazione dell’OMS e promuovere la massima salute possibile come “capacità di adattarsi e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive.
Ognuno affronta cioè, con l’aiuto dei medici se necessario, la propria sfida con età, difficoltà, malattie e fragilità. E sono stato più volte testimone dei risultati sorprendenti che i pazienti con malattie serie possono raggiungere, curandosi con attenzione e determinazione. E le persone che senza patologie significative vivono difficoltà psicosociali, piuttosto che cedere alla tendenza a seguire una dieta impropria, a rinunciare all’attività fisica, a rinviare i controlli e/o a trascurare la regolare assunzione di farmaci, dovrebbero invece aumentare la propria attenzione al benessere fisico, perché ne otterrebbero sicuri benefici psicologici.
La cura che si ha della propria salute, oltre che essere un promotore di benessere ne è anche un indicatore e ognuno dovrebbe imparare a riconoscere i primi segnali di disagio da come si alimenta o, più in generale, dall’attenzione che dedica alla cura di sé.
Lascia un commento