Il Documentario su David Bowie
di Valerio Brandi
Sono già sei anni che David Bowie, uno dei più grandi artisti degli ultimi tempi, ci ha detto addio.
Forse ancora presto per un film biografico sulla sua vita, mentre per un documentario il discorso è già diverso, anche perché, per quel che riguarda Moonage Daydream… il lavoro l’ha praticamente già fatto Bowie in persona.
Distribuito prima in esclusiva IMAX dal 15 al 21 settembre 2022, e poi al cinema anche nelle sale comuni dal 26 al 28 settembre, grazie ad Universal Pictures, Moonage Daydream è una parte della storia di Bowie raccontata proprio da David.
È proprio il Duca bianco la voce narrante del film, estratti dalle situazioni più disparate in modo che possa raccontarsi come se fosse ancora tra noi, anche se ormai non c’è più e per molti è tornato al suo pianeta… è tornato tra le stelle!
Quando non è lui a parlare, lo fanno le sue canzoni.
Alcuni dei suoi epici concerti ci vengono dunque in piccola parte riproposti, ma la sua voce canora fa anche da sottofondo a video su di lui, intento a creare altre opere d’arte come particolari dipinti o sculture, o ad interpretare personaggi iconici nel mondo del cinema, come il Re dei Goblin in Labyrinth.
Protagonista quasi assoluto di Moonage Daydream… perché non c’è solo lui a parlare.
In questo viaggio storico ritroviamo alcune interviste d’epoca, in cui Bowie non ha mai avuto problemi nel difendere il suo estroso modo di essere, e di non preoccuparsi delle critiche provenienti dai difensori della “normalità”. E dello stesso parere erano e lo sono ancora molti dei suoi fan, alcuni di loro presenti nel documentario, che hanno ribadito l’enorme amore e ammirazione nei suoi confronti, sia per la sua musica ma anche appunto per il suo spirito libero.
Hanno amato e continuano ad amare un uomo non solo originale ma quasi sicuramente bisessuale ed effemminato. Oggi forse questi discorsi sono già più all’ordine del giorno, ma in occasione di quelle interviste non lo erano affatto.
Diretto da Brett Morgen, un vero e proprio documentarista già affine al mondo della musica (nel 2015 aveva diretto “Kurt Cobain: Montage of Heck”) Moonage Daydream è dunque un coloratissimo e melodioso viaggio nell’intimità di David Bowie.
Forse un pochino troppo lungo (due ore e un quarto sono insolite per un documentario) ma al tempo stesso non è davvero un problema: anzi, nonostante il lungo minutaggio, avrete davvero il coraggio di lasciare la sala prima della fine dei titoli di coda, di fronte a capolavori immortali come “Starman” e “Changes”?
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