L’ultimo film di Tom Hanks
di Valerio Brandi
Otto Anderson (Tom Hanks) è un uomo sulla sessantina caduto in depressione dopo la morte della moglie Sonya. La sua vita è ormai vuota, che non può più essere riempita dall’assiduo controllo nei confronti della sua comunità, così cerca in tutti i modi di farla finita, ma un po’ come Paolo Villaggio in “Fantozzi contro tutti”, gli imprevisti sembrano capitare di continuo. Ma questi inconvenienti non solo gli impediscono di togliersi la vita, ma sembrano in qualche modo aiutare quella degli altri: oltre a continuare a rimproverare tutti i suoi vicini per la loro pessima gestione del quartiere, si ritroverà ad aiutare, più o meno volontariamente, persone ed animali vicino a lui. Basteranno queste piccole e grandi cose a convincerlo ad andare avanti con la sua vita?
Non così vicino è il titolo italiano di questo film, A man called Otto, che è a sua volta la versione statunitense dell’originale svedese, En man som heter Ove, ossia Un uomo chiamato Ove.
Un romanzo scritto nel 2012 dal Fredrik Backman e che ha riscosso subito un grande successo, perché prima di essere stato proposto come film ad Hollywood non solo è stato tradotto in diverse lingue, ma ha prima avuto nel 2015 una trasposizione cinematografica svedese, arrivata da noi con il titolo di Mr. Ove.
Con una tale premessa Non così vicino profuma già di capolavoro, e infatti con il passare dei minuti la sensazione diventa sempre di più certezza.
Grazie al talento più che versatile di Tom Hanks si ride tanto nella prima parte del lungometraggio, nonostante l’elemento tragedia presente fin dai primi minuti, con il tentativo di suicidio accennato nella sinossi, perché appunto la mania del controllo e il sarcasmo di Otto sono in grado di regalare più di una risata spontanea allo spettatore.
Certo, queste situazioni viste sullo schermo sono divertenti, mentre avere un tale vicino di casa nella vita vera lo è decisamente meno: allora possiamo davvero amare questo uomo di nome Otto?
Decisamente sì, perché la sua storia è lunga, variegata, e sempre in evoluzione:
abbiamo dei flash-back che ci mostrano la sua storia d’amore con Sonya, fatta di tanti momenti dolci, felici, ma anche altri molto tristi, e per quel che riguarda la storia presente vediamo un uomo che non solo capisce che restando in vita può essere ancora di aiuto a molti esseri viventi, ma comincia a provare piacere nell’aiutare ed essere gentile con gli altri.
Una tale situazione ci riporta decisamente alla mente James Stewart e la sua deliziosa interpretazione ne La vita è meravigliosa, quindi vi avvisiamo: sarà difficile trattenere le lacrime a un certo punto del lungometraggio, e una parte del merito va naturalmente anche ad Angelo Maggi, ancora una volta impeccabile nel doppiare un gigante come Tom Hanks.
Doppiaggio italiano ancora una volta di eccellente valore, diretto da Roberto Gammino, con i dialoghi di Valerio Piccolo, l’assistenza di Silvia Ferri, Sandro Galluzzo come fonico di doppiaggio e Fabio Tosti come fonico di mix, e per quel che riguarda il cast artistico oltre ad Angelo Maggi abbiamo altri grandi nomi come Alessandro Campaiola, Marta Filippi, Martina Felli, Raffaele Proietti, Paolo Vivio, Mirta Pepe, Sofia Fronzi ed Emma Puccio, per un film presente nelle sale italiane dallo scorso 16 febbraio, grazie alla distribuzione di Warner Bros. Entertainment Italia.
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