di Valerio Brandi

Era il 18 ottobre 2023 quando Godzilla Minus One venne mostrato per la prima volta al pubblico Giapponese sul grande schermo. Un nuovo film su uno dei personaggi più iconici della cultura pop nipponica che è presto diventato un fenomeno mondiale, dando ancor più fama a questo kaijū che stava già vivendo un ottimo momento grazie al MonsterVerse della Warner Bros.
Lungometraggi come Godzilla del 2014 o Godzilla e Kong – Il nuovo impero hanno avuto un grande successo al botteghino ma quello di Minus One è ancora più sorprendente: costato una media di quindi milioni, ne ha incassati circa 113.
Di questo “malloppo” 152.000 dollari sono arrivati sono arrivati dall’Italia: un po’ pochi ma del resto la distribuzione nostrana a cura della Nexo Digital è durata solo tredici giorni e il film è stato proiettato solo in versione originale con i sottotitoli.
Una limitazione non solo per coloro che apprezzano il contributo artistico ma anche sociale e umano del doppiaggio (fondamentale per le persone con disabilità visive o affette da dislessia) ma fortunatamente alla fine la versione italiana è arrivata.
Dal primo giugno 2024 Godzilla Minus One è stato distribuito su Netflix con un doppiaggio italiano eseguito presso la Iyuno Italy.
Diretto da Maria Grazia Napolitano, con i dialoghi curati da Paola Paglici, l’assistenza di Claudia Giacchetti, la sincronizzazione audio di Manuel Valtorta e Marcantonio Infascelli come fonico di mix, questo nuovo film sul mostro apparso per la prima volta al cinema nel lontano 1954 ha potuto contare anche su un cast artistico di assoluto valore.
Parliamo di Gabriele Vender (Koichi Shikishima), Camilla Marcucci (Noriko Oishi), Ezio Vivolo (Shiro Mizushima), Alessandro Rigotti (Sōsaku Tachibana), Alberto Bognanni (Kenji Noda), Gea Riva (Sumiko Ota), Andrea Lavagnino (Yoji Akitsu), Martina De Carolis (Akiko), Gianluca Machelli (Tatsuo Hotta) e Alessandro Marinsaldi (Tadamasa Saito).

Un riconoscimento a questo lavoro prima dell’analisi del film per ribadire l’importanza di doppiare ogni contenuto audiovisivo straniero in lingua italiana. Un po’ tardivo, ma a differenza del cinema i prodotti sulle piattaforme dovrebbero essere sempre disponibili in qualunque momento, e inoltre in questo momento Godzilla Minus One è un argomento molto in voga sul web, perché in occasione degli ultimi Saturn Awards il regista Takashi Yamazaki ha confermato che il seguito è in fase di lavorazione.
Chissà che storie nuove ci regalerà, intanto cominciamo a parlare di quella del primo capitolo, che inizia nel 1945, durante gli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale.
Sull’isola giapponese di Odo si trova Koichi Shikishima (Ryūnosuke Kamiki), un pilota kamikaze che con una bugia è riuscito ad evitare il suo triste destino. In mezzo a quella tragedia la fortuna sembra avere un buon occhio per lui, perché prima di tornare a casa riesce a sopravvivere anche all’attacco di un misterioso e gigantesco mostro venuto dalle profondità marine, identificato da uno dei suoi commilitoni con il nome di Godzilla. Tornato a Tokyo non solo viene accusato di essere uno dei colpevoli della disfatta giapponese per via della sua codardia, ma viene anche a sapere che tutta la sua famiglia è morta nei bombardamenti.

Una tragica solitudine che però dura poco: a casa sua una sera si ritrova una senzatetto di nome Noriko (Minami Hamabe), la quale si sta occupando di una neonata ormai orfana chiamata Akiko.
Spinto da bontà e compassione Koichi decide di farle restare, e si impegna a provvedere a loro accentando un lavoro rischioso ma remunerativo come quello di dragamine.
Una ritrovata pace e prosperità che però durano poco: già nel 1947 Godzilla torna a farsi vedere, e il nostro protagonista umano avrà l’occasione per rimediare ai suoi errori commessi quella notte sull’isola di Odo.
Primo film non in lingua inglese a vincere un premio Oscar per i migliori effetti visivi, un riconoscimento più che meritato perché anche se realizzato completamente in CGI questa nuova versione del famigerato kaiju è risultata decisamente più credibile rispetto a molte altre produzioni americane dell’ultimo periodo. Questo Godzilla non solo sembra reale come gli animatronici degli anni novanta ma è anche molto espressivo, e lo si nota particolarmente nelle scene in cui vengono messi in risalto i suoi occhi.

Anche se è un film su Godzilla e nonostante la sua mole quest’ultimo non domina poi così tanto la scena: gran parte del minutaggio è dedicata invece al lato umano di questa storia.
Il dramma della seconda guerra mondiale, resa ancor più nichilistica dalla scelta di utilizzare i piloti kamikaze, oltre ai soliti ma importanti discorsi sul reinserimento nella società dei reduci che sono naturalmente rimasti traumatizzati da tutto questo.
L’importanza dell’altruismo che può anche trasformarsi in qualcosa di ancor più importante, e infine la paura di nuove esplosioni nucleari, tema che ha sempre caratterizzato le opere su Godzilla.
Un’opera davvero pregevole da parte di Takashi Yamazaki, regista già conosciuto in Italia per via dei suoi lungometraggi dedicati a famosi Anime come Doraemon e Lupin III, che potete vedere e rivedere su Netflix, in attesa del rilascio del secondo capitolo.
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