Continua il nostro “Virtual Tour” in giro per l’Italia
di Beatrice Crescentini
Proseguiamo il nostro giro d’Italia, seppur virtuale, arrivando in una splendida regione incastonata tra le Alpi occidentali, al confine con la Francia e la Svizzera. E’ un territorio fatto di alte, anzi altissime montagne (qui abbiamo molte tra le vette principali di tutta Italia, basti pensare al Monte Bianco, al Monte Rosa o al Gran Paradiso, giusto per citarne qualcuno), estremamente ricche di fauna e flora del tutto uniche. Le sue valli (il nome della regione viene da quella principale, nonché sede del capoluogo, ma ce ne sono molte altre minori) hanno tutte caratteristiche proprie, differenti da quelle vicine, che si può dire si riflettono anche sul carattere delle popolazioni che le abitano.
Ma basta chiacchiere inutili e iniziamo! Ecco a voi i cinque luoghi particolari, strani e fuori dai normali giri turistici, da visitare in Valle d’Aosta, quando questo difficile periodo sarà passato…
Il cerchio di Annibale – La Thuile
Celebre nella storia militare europea è l’avanzata del generale Annibale che, nella sua voglia di rivalsa nei confronti di Roma, ebbe la geniale, quanto titanica idea, di invadere l’Italia portandosi dietro il suo intero esercito, elefanti compresi. Fu un’impresa rischiosa, audace, temeraria, ma che funzionò: le legioni romane furono in molti casi annientate e fu solo per un fortuito caso che Roma stessa non venne attaccata.
Ma cosa c’entrano questi fatti vecchi di oltre duemila anni con la Valle d’Aosta? Ebbene, esiste un luogo che la tradizione ha eletto come posto attraverso cui marciò il grande generale attraverso le Alpi. E’ noto come: il Cerchio di Annibale, peccato che non abbia niente a che fare con lui.
Ci troviamo davanti a una costruzione davvero particolare: uno dei rari esempi di cromlech (o cerchi megalitici) dell’Europa continentale: 46 dolmen, distribuiti lungo un’ellisse di 48 x 72 metri. Si tratta di un vero e proprio osservatorio astronomico e probabilmente tempio, una specie di piccola Stonehenge tutta italiana, risalente a circa 5000 anni fa.
Nella tana del lupo – Valsavarenche
Tra le tante montagne e le valli che percorrono le Alpi valdostane, la Valsavarenche non balza sulle prime pagine per ciò che l’uomo ha creato, ma per come ha conservato ciò che la Natura gli ha lasciato: pochissimi abitanti, forse non arriviamo alle 200 anime, mucche incluse (marmotte, stambecchi e camosci esclusi!), ma panorami e paesaggi davvero mozzafiato. Il torrente Savara scende dritto dritto dai ghiacciai del Gran Paradiso (tra l’altro unica vetta >4000 m slm tutta italiana) con un’acqua che… “Altissima”, levati proprio!
Un tempo terreno di caccia esclusivo dei Savoia e oggi sede di uno dei principali parchi naturali italiani (fu proprio grazie all’attenzione della casata reale che questi territori hanno potuto mantenere la loro primitiva bellezza), i pendii della valle sono coperti da fitti boschi che celano a occhi indiscreti una ancor più fitta vita selvatica. Se in passato erano le linci i principali predatori della zona, oggi passeggiando per sentieri poco battuti e silenziosi potrebbe capitarvi di imbattervi in un animale uscito direttamente dai racconti delle favole: il lupo. Eh già, perché gli uomini e le donne del Parco Nazionale del Gran Paradiso sono riusciti a conservare un ambiente talmente tanto a misura “d’animale” che il lupo, assente da oltre cent’anni di recente è tornato spontaneamente a popolare i boschi della Valsavarenche.
Sicuramente gli allevatori delle mucche Valdostane non saranno troppo contenti (più che altro perché le stesse, forse non del tutto consapevoli della loro prestanza fisica rispetto al lupo, in molti casi sono impazzite dalla paura compiendo gesti estremi), e se da un lato possiamo capirli, dall’altro il ritorno spontaneo di questo splendido animale è veramente una vittoria per gli amanti della natura! Pronti per la caccia alla foto?
Avanche… spettrali! – Issogne
Può una terra montuosa come la Valle d’Aosta non avere racconti e leggende legati ai suoi numerosi manieri? Ovviamente no! Ecco allora che ci occupiamo del Castello d’Issogne, costruito non per uno scopo difensivo, ma come dimora rinascimentale. Molto antiche sono le testimonianze che lo riguardano: addirittura viene citato in una bolla di papa Eugenio III nel 1151!
Ci occupiamo del Castello d’Issogne in questo contesto per una fantasma un po’… pressante: si narra che tale Bianca Maria, una giovane tanto bella quanto piena di vita, incappata in due matrimoni poco felici, vaghi ancora oggi per le sale del castello con la testa mozzata fra le mani, chiedendo a quelli che la scorgono, una semplice preghiera. Però quando vede qualcuno abbastanza prestante, Bianca Maria ci prova sempre! D’altronde anche l’occhio vuole la sua parte e certe abitudini sono decisamente dure a morire.
Necropoli megalitica – Aosta
Nel quartiere di Saint-Martin de Corléans sorge un antico sito megalitico, attivo sin dagli albori del Neolitico recente (dalla fine del 5000 a.C.) fino all’età del Bronzo (II millennio a.C.). Siamo davanti a un’area archeologica del tutto particolare: si tratta di una vera e propria area sacra, un santuario quindi, dove le antiche popolazioni del luogo non solo venivano a omaggiare i loro dei, ma vi seppellivano anche i loro morti. Oltre questo, il sito è importante per due ragioni:
- Si tratta della prima manifestazione del fenomeno del megalitismo in quest’area;
- La pietra usata è ancora un mistero: non si sa da dove provenga perché non è presente nella zona…
Il Lago Blu – Valtournenche
Se vi capita di passare per la Valtournenche vale la pena fermarsi ad ammirare lo splendido Lago Blu, al secolo Lago Layet. Questo specchio d’acqua, dai toni e dai colori molto suggestivi, nasconde una leggenda dai contorni quasi macabri ma dal significato profondo come l’azzurro del lago.
Li vedete quei tronchi là, sul fondale? Ebbene, c’era una volta, tanto tempo fa una casa tutta fatta e costruita ad arte e al suo interno viveva una famiglia. Una notte venne a loro un viandante stanco, infreddolito e affamato alla ricerca di un tozzo di pane e un riparo per la notte. La famiglia lo cacciò via a malo modo e lo umiliò al punto da offrirgli acqua sporca al posto della ciotola di latte che il figlioletto carinamente aveva provato a dargli. L’uomo allora andando via parlò parole tremende, maledicendo quella casa. Il bambino venne addirittura punito dai suoi genitori, che lo mandarono a raccogliere, solo, la legna nel bosco. Anche se era piccolo e indifeso, quindi una facile preda, nessuna fiera lo toccò ma, al contrario, lo guardavano con fare compassionevole. Al mattino, tornando verso casa, il bimbo vide che questa era stata sommersa da un lago. Dal Lago Blu.
Chi dice che la Val d’Aosta sia solo montagne e valli? Ricordatevi che ogni albero, ogni pietra nasconde una traccia che racconta di leggende, storie e favole che, di tanto in tanto, forse faremo meglio ad ascoltare.
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