Esatto, anche il Molise ha luoghi particolari da visitare!
di Beatrice Crescentini
Ebbene, questo giro a spasso per l’Italia ci sta facendo conoscere per la prima volta o riscoprire talmente tanti posti particolari, che nella frenesia di questo mondo globalizzato spesso ci dimentichiamo di avere e per questo motivo cerchiamo sempre nuove mete, sempre più esotiche, scordandoci che in casa abbiamo davvero tante meraviglie e storie da poter raccontare. Questo mese siamo in Molise, terra spesso trascurata (e ingiustamente, diciamolo pure!) in favore di altre regioni salite più alla ribalta della cronaca, della natura o dell’arte. Che dite, parliamo ancora o ci incamminiamo lungo la strada?
Pescolanciano (IS): il castello infestato
È vero che siamo ancora lontani da Halloween, ma una bella storia di fantasmi ci sta sempre bene! Siamo per l’esattezza a Pescolanciano, piccolissimo comune della provincia di Isernia, dalle origini molto antiche: c’è chi dice che il sito fosse abitato già in epoca sannitica, anche se le prime evidenze storiche riconosciute lo fanno risalire al IX secolo. Bando alle ciance e andiamo subito al sodo: il castello del paese, adesso quasi totalmente di proprietà demaniale, venne acquisito dalla famiglia d’Alessandro nel XII secolo e da allora ne sono rimasti proprietari. Da qualche decennio a questa parte, però, strani eventi paranormali si sono succeduti, tanto che qualche anno fa il maniero è stato anche oggetto di indagini (pseudo)scientifiche, a seconda che ci crediate o meno. Il risultato? Non vi consiglierei di soggiornare nel castello infestato…
Agnone (IS): Palazzo Nuonno, o Palazzo dei fantasmi
Se addirittura il comune appone una targa che recita “È detto anche Palazzo dei fantasmi per fatti e fenomeni che si narrano”, beh, allora vuol dire che si tratta di roba seria! Palazzo Nuonno, prima noto anche come Palazzo Colucci, dal nome dei precedenti proprietari dell’edificio, pare che in tempi lontani fosse il luogo di riti satanici e orge compiuti da dodici coppie, cui alla mezzanotte si aggiungeva anche la tredicesima: il Diavolo con una dannata. Una notte, però, il soffitto della sala in cui si riunivano crollò e da allora non è così inusuale sentire musica, udire strane urla e vedere ombre dietro le finestre. Peccato che il palazzo sia totalmente murato…
Campochiaro (CB): il Pozzo della Neve, anche noto come l’Abisso dei Sogni
Se parliamo di montagna selvaggia, in Italia, viene quasi sempre in mente l’arco alpino o al massimo il Gran Sasso in Abruzzo, ma in Molise e più precisamente nel Massiccio del Matese è possibile visitare una grotta che potremmo considerare una vera e propria città sotterranea, progettata dalla natura: il Pozzo della Neve. Profonda oltre mille metri e con un’estensione che raggiunge i 9 km, questa grotta è visitabile esclusivamente in estate, per la presenza di un sifone che lascia liberi solo i primi 100 m di profondità.
Venafro (IS): il Castello Pandone e i suoi cavalli
Sorto su un insediamento megalitico sannita, ancora visibile in alcuni punti del mastio di epoca longobarda, il castello di Venafro, affidato alla famiglia Pandone dai re d’Aragona nel XV secolo, racchiude un interessante unicum, ideale per gli amanti dei cavalli: un ciclo di 22 affreschi, alcuni eccezionalmente ben conservati e altri di cui è rimasta solo la silhouette, raccoglie le immagini di altrettanti destrieri, allevati nelle scuderie del castello all’epoca di Enrico Pandone, ovvero tra il XV e il XVI secolo. Tutti gli affreschi sono a grandezza naturale e sono accompagnati non solo dal monogramma del conte, ma anche dai dati del cavallo e il nominativo del personaggio cui l’animale era stato venduto o donato.
Sulmona – Isernia: in viaggio sulla Transiberiana d’Italia
Può una linea ferroviaria ormai in disuso divenire un’attrazione capace di valorizzare le piccole realtà del territorio? Certo che sì! È esattamente quello che è successo con la tratta ferroviaria che collega Abruzzo e Molise nelle città rispettivamente di Sulmona e Isernia, anche chiamata la Transiberiana d’Italia, vista l’abbondanza di nevicate nel periodo invernale. Inserita nel progetto “Binari senza tempo” della Fondazione “FS”, la linea ferroviaria, lunga 128 km, è percorribile oggi, a bordo di un treno storico risalente a inizio Novecento, che consente un piacevole viaggio tra realtà grandi e piccole, storia e natura, davvero niente male!
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