al Cinema dal 14 dicembre
di Valerio Brandi
Siamo nel 1957, un anno difficile per Enzo Ferrari (Adam Driver) e la sua azienda, perché la casa automobilistica che porta il suo cognome è sull’orlo del fallimento.
Da troppo tempo manca una vittoria su una pista, e vendere automobili a qualche Re o divo del cinema non è più sufficiente per mandare avanti la baracca. Una vittoria nell’imminente Mille Miglia potrebbe portare non solo soldi freschi in cassaforte, ma anche nuove collaborazioni con altre grandi case automobilistiche come la Ford o la Fiat.
E forse questa vittoria arriverà grazie al nuovo pilota, lo spagnolo Alfonso de Portago (Gabriel Leone), assunto per sostituire Eugenio Castellotti (Marino Franchitti) dopo la sua tragica scomparsa durante un giro di prova.
“Le mie gioie terribili”: questo è il titolo che Enzo Ferrari ha dato alla sua autobiografia, pubblicata per la prima volta nel 1962, e giustamente ripreso da Adam Driver durante uno dei dialoghi del film Ferrari di Michael Mann.
Come anticipato dalla sinossi, una buona parte di questa pellicola è dedicata ai piloti e non solo deceduti in occasione di queste corse automobilistiche: non si parla dunque solo di Castellotti, ma vengono ricordati anche coloro che sono morti prima di lui, e mostrati gli altri che hanno perso la vita in occasione di quell’anno terribile, che ha decretato la fine della classica Mille Miglia (dal 1958 la competizione subirà sempre più cambiamenti per garantire maggior sicurezza per tutti quanti).
Terribili, ma comunque gioie, perché se tanti piloti, soprattutto in quel periodo dove la probabilità di morire era molto maggiore rispetto ai giorni nostri, hanno deciso di loro spontanea volontà di correre comunque è perché gare del genere regalavano e regalano ancor oggi tante grandi emozioni per cui vale la pena rischiare la propria vita, un sentimento già espresso in passato con Rush di Ron Howard, e più recentemente ribadito da Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile di Neill Blomkamp.
Emozioni messe in scena egregiamente da Michael Mann e il suo staff, regalandoci non solo una riproduzione fedele dal punto di vista estetico e sportivo delle autovetture dell’epoca ma anche una regia decisamente adrenalinica e frizzante, condita da ottime riprese esterne in alta definizione e un casting accurato anche per quel che riguarda le semplici comparse, rispettose dunque della popolazione italiana degli anni Cinquanta.
Per quanto riguarda il protagonista Adam Driver, che aveva fatto discutere fin dalla sua presentazione in occasione dell’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, possiamo dire che pure lui, insieme al film nel complesso, ha superato abbondantemente la prova: certo, continua ad essere poco credibile riguardo alla sua somiglianza con il vero Enzo Ferrari (soprattutto se si pensa agli altri attori principali scelti per l’occasione, non solo Gabriel Leone ma anche Patrick Dempsey nei panni di Piero Taruffi) per via della sua altezza e della differenza d’età, così come non è molto convincente la sua recitazione nella prima parte del lungometraggio (in particolar modo nella scena della scomparsa di Castellotti), ma col passare dei minuti guadagna sempre più punti, dimostrando di aver studiato bene la parte grazie anche alla preziosa consulenza del vero Piero Ferrari.
Insomma, alla fine Driver (un cognome che è tutto un programma) ce l’ha fatta ad essere Enzo Ferrari, soprattutto nelle scene di incitamento nei confronti dei piloti pronti a partire per la Mille Miglia, ricordando un po’ il mito del grande imprenditore italiano di quel periodo, una figura che dopo la scomparsa dell’Avvocato Gianni Agnelli (“presente” anche lui nel film grazie a Tommaso Basili) sembra non esistere più.
Rispetto al recente e controverso House of Gucci, Ferrari è un film decisamente più guardabile o meglio udibile in versione originale, perché Michael Mann ha deciso di non esagerare in quanto a “recitazione mista”: certo, ci sono alcune frasi che hanno sia termini in inglese che in italiano, ma sono più sensate e di quantità ridotta rispetto a quelle che abbiamo sentito nel film biografico diretto da Ridley Scott.
Distribuito da 01 Distribution in collaborazione con Leone Film Group, Ferrari di Michael Mann sarà al cinema per tutti in Italia a partire da giovedì 14 dicembre 2023, un film che oltre agli attori già citati vede la partecipazione di altri importanti nomi del cinema internazionale, come Penelope Cruz (Laura Ferrari) di nuovo protagonista di una grande interpretazione, ma anche Shailene Woodley (Lina Lardi), Sarah Gadon (Linda Christian), Jack O’Connell (Peter Collins), Derek Hill (Jean Behra) e Jonathan Burteaux (Re Hussein di Giordania), oltre ad attori italiani come Daniela Piperno (Adalgisa Ferrari), Michele Savoia (Carlo Chiti) e Valentina Bellè (Cecilia Manzini).
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